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giovedì 17 dicembre 2015

Senza squadra non si vince

Non importa se sei un colosso o una PMI. L'importante è fare squadra, avere una visione strategica e non fermarsi mai. 
Come nel caso di Merletti Aerospace e della Matrix 1000 di Breton
(di Paolo Beducci - M&A Meccanica & Automazioni)



Ci sono, nella tipicità delle storie delle aziende familiari italiane, alcune vicende che a nostro parere sono più italiane di altre. Perché rappresentano al meglio lo spirito di imprenditorialità tipica del nostro Paese, la voglia di farcela e la resilienza, cioè la capacità di adattarsi alle differenti situazioni e di riorganizzarsi positivamente di fronte alle difficolta'.

Nata nel 1972 per volontà di Gianluigi Merletti e di sua moglie Narcisa, Merletti Aerospace nasce come Meccanica Merletti, azienda contoterzista specializzata nelle lavorazioni di meccanica generale e in particolare realizzazione di prodotti di piccola serie con un elevato valore concentrato nella qualità delle lavorazioni effettuate. 
Una realtà, questo è un aspetto importante da tenere ben presente,  inserita in un territorio industriale di grande livello tecnologico: l'area del varesotto, in questo caso Arsago Seprio, dove opera la gran parte dell'industria aeronautica italiana. Non a caso proprio la provincia di Varese è nominata la “provincia con le ali”. 


AgustaWestland e AleniaAermacchi, ad esempio, sono solo i primi nomi di un lungo elenco di aziende che formano a tutti gli effetti un vero e proprio distretto industriale ad elevato valore aggiunto. 
Fin dai primi anni di vita, Merletti si distinse per il livello elevato delle proprie competenze operative e per la capacità di rapportarsi, in forma diretta o indiretta con le grandi industrie e non potevano mancare fra queste anche le imprese del mondo aeronautico e aerospaziale.

Arriva la seconda generazione
A metà degli anni '90 però, i coniugi Merletti si resero conto che andavano affrontati due ordini di problemi. Il primo riguardava la forza tecnologica dell'azienda, il secondo la capacità di preparare l'impresa di famiglia a un futuro che non avesse come limite temporale la presenza attiva dei due fondatori. 
Così accanto a Gianluigi e Narcisa, da una parte arrivarono i due figli ( Ruggero e Sabrina) e dall'altra si avvio' un piano di investimenti tesi a modernizzare gli strumenti produttivi dell'azienda. 
Erano quelli gli anni della definitiva affermazione ( anche nelle aziende dimensionalmente meno “pesanti”) delle macchine a controllo numerico e si stava quindi realizzando una vera e propria rivoluzione. 
Si stava chiudendo l'era dei tornitori e dei fresatori coi baffi e stava nascendo la fase dei decimi, dei centesimi e infine dei micron.
Ruggero e Sabrina, da parte loro, pur essendo nati e cresciuti in una famiglia dedita alla meccanica di alto livello, avevano preso strade professionali differenti e comunque lontane dalla vocazione di mamma e papà Merletti, che nel frattempo cominciano a pensare ad introdurre un nuovo aspetto significativo, precorrendo con successo tempi e risultati. 
Merletti, avendo fatto da sempre della Qualità il proprio cavallo di battaglia, fu una delle primissime aziende di piccole dimensioni, ad ottenere la Certificazione secondo la Norma UNI EN ISO 9001 nel 1995, e successivamente nel 2006 secondo EN 9100.
Uno dei riflessi  più significativi di questa nostra scelta – ci spiega Ruggero Merletti che nell'azienda di famiglia ha il compito di sovraintendere alla Direzione e alla Gestione Tecnica, è che in quel periodo molti dei nostri clienti non disponevano al loro interno o nella loro filiera produttiva, delle medesime qualifiche e certificazioni e di conseguenza eravamo in grado di offrire noi il supporto necessario. In alcuni casi, eravamo più qualificati di coloro per i quali stavamo producendo”.

L'aerospace diventa core
Il graduale ma sempre più importante passaggio verso il settore che fra l'altro porterà al cambio di ragione sociale in Merletti Aerospace, ha via via portato l'impresa di Arsago Seprio a orientarsi verso produzioni e materiali di un livello ogni giorno più qualificato. Ci riferiamo ad esempio a leghe di allumino particolari, all'inconel, ad acciai alto resistenziali e al titanio. Tutti materiali che, per motivi differenti se non opposti fra loro, richiedono conoscenze approfondite di altissimo livello. 
Ma non solo, seguendo una tendenza sempre più diffusa anche nel mondo aeronautico, Merletti Aerospace nel corso degli anni si è specializzata nella realizzazione  non solo di lavorazioni di alto livello, ma anche nella produzione di particolari meccanici con processi che iniziano con l'acquisizione di materia prima e proseguono attraverso trattamenti termici, la costruzione e i controlli dimensionali , trattamenti galvanici, verniciature e assemblaggi di gruppi sottogruppi. Il tutto accompagnato dalla progettazione e costruzione di attrezzature per la lavorazione dei particolari stessi e attrezzature a corredo del velivolo, completando l'offerta con la verticalizzazione completa di sottoassiemi inclusi assemblaggi e test.
... una vera e propria piccola industria ad elevatissimo capitale di conoscenza e di competenze. 
In un panorama come quello appena descritto non poteva mancare un reparto di progettazione e lavorazioni meccaniche del tutto al di sopra della media. Una dozzina di centri di lavoro 4-5 assi, oltre a torni cnc e macchine multitasking in grado di eseguire lavorazioni su dimensioni significative per il mondo aerospaziale.
“ Personalmente – ci spiega ancora Ruggero Merletti – sono convinto che le aziende debbano essere sempre in evoluzione, in cambiamento e quanto possibile in crescita. 
Nel momento in cui pensi di rilassarti e di fermarti a goderti i risultati, finisci per perdere posizioni sul mercato. E in un mercato come il nostro che è fra i più competitivi in assoluto, questa indicazione è un imperativo assoluto. Così abbiamo deciso di investire ancora una volta sulla nostra crescita. Nel senso letterale del termine, visto che  abbiamo deciso di dotarci di un centro di lavoro adatto a effettuare lavorazioni su pezzi di dimensioni maggiori. Questo proprio per poter affrontare un mercato per noi nuovo sotto il profilo delle misure in gioco”.


Un nuovo salto verso il futuro
In poche parole significava andare a individuare e acquistare una macchina a portale, adatta a operare su pezzi dimensionalmente importanti. 
Non a caso si è optato per una Matrix 1000 di Breton con corse di 3.000x6.000x1.000mm. In termini pratici  una scelta che significa aprirsi a nuove possibilità, soprattutto nella lavorazione delle parti strutturali operando in alta precisione su cinque assi continui e interpolati in modo da poter realizzare lavorazioni tridimensionali; richieste di base non certo facili da soddisfare da parte di un costruttore qualsiasi di macchine di un certo livello.

La strada migliore da seguire era la realizzazione di un capitolato - racconta Merletti e quindi la verifica sul campo di cosa si poteva acquistare. Il capitolato a dire il vero era piuttosto specifico e impegnativo per chiunque. Così dopo una prima scrematura fatta direttamente da noi, ci siamo concentrati su quattro aziende, cui abbiamo sottoposto le nostre richieste. Ma non solo. Il capitolato prevedeva anche delle prove sul campo e delle specifiche garanzie in materia di presenza e di assistenza. Sia durante la scelta e l'istallazione della macchina, sia poi nella sua gestione ordinaria. Per ciascuna macchina e azienda abbiamo dato dei voti e delle valutazioni che andavano dalle caratteristiche delle macchine alla loro presenza sul mercato, al numero di installazioni e molti altri ancora." 

La soluzione è Matrix
"Abbiamo realizzato una prova pezzo. 
I risultati ottenuti erano tutti abbastanza soddisfacenti, ma devo dire che Breton su alcuni punti era un passo avanti agli altri, rispetto alle nostre richieste. Dal sistema a depressione al sistema di evacuazione truciolo indispensabile quando si lavora su alluminio data la grande quantità di materiale asportato nell'unità di tempo, fino all' elettromandrino che, nel caso di Breton è dotato di una potenza di 70kW capace di girare a 28.000 giri al minuto. Inoltre – è sempre Merletti che spiega – Breton nel corso degli anni ha sviluppato un percorso preferenziale che prevede una collaborazione anche in fase di progettazione con uno dei più importanti produttori di elettromandrini, ulteriore garanzia per noi di avere a disposizione lo stato dell'arte della macchina utensile”.
Analizzando la Matrix 1000/2T K 60 Dynamic si nota subito il sistema di chiusura della carenatura, molto completo, voluto proprio per poter operare con materiali anche difficili non solo sotto il profilo della lavorazione meccanica, ma anche per ciò che concerne la gestione dei residui di lavorazione. Il sistema vacuum è integrato nella macchina che dispone di un magazzino utensili con 180 posizioni. In questi casi si può tranquillamente dire che alla Merletti non si sono fatti mancare nulla nella scelta della macchina !
D'altra parte è il prezzo da pagare per poter continuare ad essere un passo ... anche due, avanti alla concorrenza che non solo è sempre più agguerrita, ma inizia a risentire dell'arrivo nella fascia più bassa e meno remunerativa di concorrenti da parte dei paesi low cost.

Se da una parte – conclude Ruggero Merletti – siamo stati convinti dalle prestazioni della macchina, dall'altro abbiamo capito che la scelta era quella giusta quando è iniziata la fase di installazione delle Matrix. A parte il fatto che non si tratta di una semplice macchina ma di un vero e proprio impianto di una certa complessità anche nella fase di posa, devo dire che i tecnici di Breton ci hanno seguito passo passo con una dedizione davvero speciale e per noi molto importante. Un'attenzione anche oltre le nostre aspettative,  come la loro presenza costante nella fase di realizzazione delle fondazioni, le piccole cure sui particolari e la massima disponibilita'. 
Oltre al fatto che si tratta di tecnici giovani, dinamici, con passione e soprattutto amore per quello che fanno. Lo si vede in ogni loro attività, nei dettagli di come lavorano. 
In Breton a mio avviso hanno capito che per vincere la gara non basta essere bravi nel prodotto, ci vuole anche una squadra affiatata”.

Se ora siete interessati al centro di lavoro ad alta velocità Breton Matrix 1000 DYNAMIC, non vi resta che scrivere a mail@breton.it.
Vi risponderemo in brevissimo tempo.
Grazie per l'attenzione e a presto.
Bye-bye. 
Sergio Prior

giovedì 3 dicembre 2015

Una suite per 5 ASSI

BRETON, COSTRUTTRICE DI CENTRI DI LAVORO A 5 ASSI, PROMUOVE L’ INNOVATIVA TECNOLOGIA BRETONGEAR SUITE, UN PACCHETTO SOFTWARE VERTICALE PER LA PROGETTAZIONE E MANIFATTURA DI INGRANAGGI
Ruota dentata interna per turbina eolica
Il mercato mondiale metalmeccanico è in continua evoluzione, e il settore degli ingranaggi segue lo stesso trend. I produttori di ingranaggi moderni, richiedono macchine precise, versatili, e “user friendly” per competere in un mercato dove i lotti produttivi sono numericamente sempre più ridotti, e dove le esigenze produttive cambiano repentinamente.
                                                                      
I processi tradizionali (con “dentatrici”) hanno alcuni limiti importanti, che riguardano sia la fase di progettazione e prototipazione che la realizzazione dei prodotti. Restano competitivi solo nel caso di elevati volumi di produzione, ma sono inadatti per la produzione di prototipi o piccole serie (caso tipico di ingranaggi di grandi dimensioni dai 500 mm ai 3.500 mm) in quanto gli utensili sono molto costosi, hanno lunghi lead-time di approvvigionamento ed il processo di affinamento geometrico delle dentature è normalmente molto lungo. E’ in questa nicchia che il taglio a 5-assi con frese commerciali dimostra la sua efficacia.


La Breton grazie alla collaborazione con KISSsoft - azienda leader mondiale nella realizzazione di software di calcolo per l'industria meccanica - combinata con l’esperienza decennale della nella produzione di macchine utensili a controllo numerico ha sviluppato BretonGear Suite, un pacchetto software verticale (BretonGear CAD e BretonGear CAM) sviluppato in sinergia con la macchina utensile per la progettazione e manifattura di ingranaggi.

Partendo dalla altissima precisione delle superfici generate da KISSsoft il progettista ha una libertà nella definizione delle geometrie del dente mai vista con metodi tradizionale. Con l’applicazione BretonGear CAD (impiegando il motore CAD Rhinoceros) è possibile per esempio effettuare nelle dentature coniche elicoidali lo scarico al piede dei denti in analogia a quello che nelle dentature cilindriche viene eseguito con creatori con la protuberanza. Oppure apportando modifiche topologiche distorcendo la superficie stessa così spostando la zona di contatto tra denti accoppianti, cosa fondamentale nel reverse engineering.
Pignone bielicoidale per escavatore a ruota di tazze

Una volta definita la geometria dell’ingranaggio si passa all’ambiente BretonGear CAM disponibile sia in versione PC che in versione “Touch” installata a bordo macchina, che attraverso un approccio integrato guida l’operatore nella selezione di utensili e nella definizione delle strategie di taglio. Oggi nella versione 2.1 con interfaccia ancora più intuitiva e con libreria utensili che ora comprende oltre alle più generiche frese a candela cilindriche, toriche e sferiche, per la prima volta anche frese a disco.

Questa novità introduce un’ulteriore grado di versatilità ai metodi di taglio a disposizione con conseguenti riduzioni dei tempi non indifferenti nella lavorazione di ruote dentate a denti diritti od elicoidali. Le frese a disco possono essere di due tipologie: di forma (dove è l’utensile a definire la forma del dente), o della varietà più comune a fianchi dritti dove è la macchina a generare la forma del dente per inviluppo. Il tutto può essere visionato dall’operatore tramite simulazioni generate in real-time offrendogli un completo controllo sulle strategie di taglio così eliminando il bisogno di avere un ufficio CAM dedicato, come avviene in altri settori specializzati come quello aerospace.


BretonCAM accompagna l’operatore lungo tutto il processo di taglio con applicazioni dedicate anche dopo la cementazione dell’ingranaggio. Una gestione accurata dei sovrametalli e una funzione “best fit” che con un ciclo di misurazione prima e dopo la tempra determina la posizione ideale del componente in macchina limita gli effetti di distorsione che avvengono in seguito a trattamenti termici. In più con l’algoritmo T.A.O. (Tooth Accuracy Optimizer) la sequenza di denti da tagliare viene calcolata per distribuire l’usura dell’utensile con conseguente miglioramento della precisione del dente  Questi accorgimenti tecnici sono frutto di una ricerca e sviluppo sul campo affianco ad esperti del settore ingranaggi.

                                                                          
Finora si è parlato solo ed esclusivamente del taglio di ingranaggi a 5 assi, con frese commerciali, che è competitivo rispetto ai metodi di taglio tradizionali nelle coppie coniche per moduli oltre il 5 e diametri più grandi di 300mm. Per moduli e diametri inferiori strategie di taglio “face milling” sono più efficaci. La fondamentale differenza tra le due consiste del fatto che il profilo del dente generato dal metodo “face milling” nasce dalla sinergia tra i movimenti della macchina e la forma dedicata dell’utensile. 
Breton Ultrix con “face milling”

Un tradizionale software CAM non è in grado di simulare questa delicata interazione tra macchina ed utensile, per questo Breton ha intrapreso una cooperazione con HyGEARS, sviluppatore di un potente software per la progettazione ed analisi di ingranaggi. 
HyGEARS tramite un’interfaccia studiata assieme a Breton, replica il movimento di una macchina dentatrice convenzionale con taglio per generazione. Il risultato? Una notevole riduzione nei tempi di taglio. In una “case study” effettuata su una identica corona conica tagliata con i due metodi, si sono riscontrati tempi di esecuzione quattro volte più brevi (25min contro 100min), ideale per lotti di media grandezza.


Naturalmente le evoluzioni nel mondo del taglio di ingranaggi a 5 assi non si limitano solamente a sviluppi software ma anche di hardware. Breton ha ottimizzato la propria gamma di macchine con particolare enfasi ai modelli monoblocco ULTRIX ed XCEEDER da oggi equipaggiate con tavole roto-tiltanti con foro centrale che permettono la lavorazione di pignoni fino ad una lunghezza massima di 850mm e diametro del gambo di 220mm (finora un limite per questa tipologia di macchine), ed i modelli gantry FLYMILL HD e MAXIMA che permettono la lavorazione di ingranaggi con diametri fimo a 3500mm.
Se siete interessati ai centri di lavoro Breton per la produzione di ingranaggi, non vi resta che scrivere a mail@breton.it.
Vi risponderemo in brevissimo tempo.
Grazie per l'attenzione e a presto.
Bye-bye.
Sergio Prior 

(I software KISSsoft, Rhinoceros e HyGEARS sono marchi registrati ®)