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lunedì 7 luglio 2014

Un modello di azienda

L’ingresso in nuovi mercati ha spinto Italmodel verso la lavorazione a 5 assi dei propri modelli in alluminio per fonderia; per farlo, si è avvalsa della tecnologia e del supporto di Breton, in particolare della recente Matrix 800 2T K25.

Che l’Italia venga considerata un paese di arte e artisti è risaputo, ma ciò che a volte non si considera è che il concetto di “arte” può essere esteso anche in settori limitrofi.

In ambito meccanico, ad esempio, visitando una modelleria è possibile toccare con mano quanto la tecnologia si sposi con la capacità umana di creare prodotti che rasentano appunto livelli artistici.
Italmodel entra a pieno titolo in questa categoria sin dal giorno della sua nascita a opera del fondatore, Antonio Guarneri. Oggi sono i figli a gestire l’azienda, nella quale si combinano artigianalità e produzione industriale.
Dal legno al metallo
«Italmodel nasce nel 1979 per opera di nostro padre, – spiega Davide Guarneri, che gestisce l’azienda insieme al fratello Fabio e alla sorella Floriana – per la produzione di modelli in legno per fonderia. Fino a non molto tempo fa, i modelli per fonderia richiedevano una manodopera molto specializzata e tanta pratica. Nel corso degli anni la tecnologia ha fatto notevoli passi in avanti, tanto che nel 2001 abbiamo acquistato una macchina a 5 assi per la fresatura del legno. Nel frattempo, qui in azienda è iniziata un’opera di diversificazione: il legno è un materiale adatto a realizzare bassi lotti in fonderia, economico ma non molto duraturo. Per numeri maggiori è indispensabile passare al metallo, come l’alluminio, che però richiede strumenti adatti e un approccio totalmente diverso per essere lavorato con profitto. Oggi, con la diffusione dei centri di lavoro a 5 assi, è sufficiente avere un operatore capace e il giusto software in ufficio tecnico per ottenere un buon risultato. La differenza sta nell’affinamento dei processi, nel comprendere come sfruttare al meglio gli strumenti di lavoro e nell’appoggiarsi alle competenze del produttore della macchina per farsi dare quelle “dritte” che si rivelano fondamentali per mantenere i giusti margini di guadagno».
A questo punto è necessario fare un passo indietro: le lavorazioni a 5 assi, indipendentemente da come vengono effettuate (posizionamento, in continuo ecc.), sono ovviamente più complesse rispetto a quanto avviene con le macchine a 3 assi.

«Da questo punto di vista, pur con i suoi limiti, la prima macchina per il legno è stata una vera e propria scuola per noi: ci ha permesso di prendere confidenza con un modo di lavorare differente, – conferma Davide Guarneri – e, per dirla tutta, con il legno è relativamente facile sistemare con lo stucco un eventuale errore o danno. Il metallo impone altri vincoli tecnologici e comporta potenziali rischi, non ultimo il fatto che una macchina a 5 assi per la lavorazione del metallo ha un costo di acquisto e di gestione non trascurabile. Per questo motivo la valutazione è stata particolarmente attenta e ci ha portati a scegliere un centro di lavoro Matrix 800 2T K25 di Breton».


Mercati sempre più esigenti  
«Se fino a qualche anno fa potevamo contare su clienti molto vicini, addirittura provenienti dalla Lombardia o da regioni limitrofe, oggi dobbiamo confrontarci con una concorrenza internazionale, che ha la propria forza nel basso costo della manodopera. – aggiunge Fabio Guarneri - Per competere è indispensabile perciò ridurre i costi complessivi senza sacrificare la qualità: l’unico modo è avvalersi di strumenti che permettano di ridurre questi costi, pur mantenendo gli elevati standard che ci contraddistinguono».
Quella a 5 assi è una tecnologia della quale ormai in Italmodel non si può più fare a meno.
«Oggi un 5 assi come Matrix è fondamentale per portare a termine determinate commesse, e di conseguenza non averlo ti limita nell’accettare alcuni lavori complessi. Ovviamente, dire di no a un potenziale cliente non è una strada percorribile, per cui poter contare su una macchina potente, flessibile e performante non è solo un modo per produrre con maggior profitto: è l’unica strada per rimanere sul mercato».

«Certo, non basta piazzare in officina una macchina: per ottenere il massimo occorrono adeguati software, in grado di sfruttarne al meglio le potenzialità. Abbiamo caricato il modello della Matrix nel nostro sistema Cad/Cam e l’abbiamo usato per le simulazioni: passare dai 3 ai 5 essi equivale a un incremento notevole dei parametri in gioco. Inoltre usiamo la macchina in diversi modi: in posizionamento, con il 4° asse in movimento e con 5 assi in continuo. In funzione del pezzo da lavorare, delle esigenze produttive o della qualità finale che voglio ottenere è importante scegliere la modalità più idonea: anche sulle superfici complesse spesso è sufficiente passare un panno sul pezzo per pulirlo e il nostro lavoro è terminato, a patto come detto di scegliere la modalità di lavoro più idonea».



Affidabilità e prestazioni  
Matrix 800 2T K25 è un centro di lavoro verticale a 5 assi continui interpolati adatto a lavorare differenti tipologie di materiali, dall’acciaio all’alluminio, fino ai compositi e alle resine.

Dotato di corse degli assi di 2.000x1.600x800 mm (X/Y/Z), offre un ingombro contenuto in officina in rapporto al volume di lavoro, con prestazioni dinamiche di alto livello (fino a 40 m/min in rapido e accelerazioni fino a 3 m/s2).
L’architettura a portale tipo gantry dual, drive tipica delle macchine di produzione Breton, permette di ottimizzare l’ampia area di lavoro garantendo all’operatore la massima flessibilità di azione, nel rispetto delle normative di sicurezza. Matrix 800 consente di posizionare e lavorare con la massima agilità anche pezzi grandi, coniugando soluzioni di massima affidabilità e sicurezza con prestazioni eccellenti. Le prestazioni di Matrix 800 sono ancor più apprezzabili dall’operatore grazie alla rigidità della struttura, realizzata completamente in acciaio elettrosaldato e normalizzato e dotata di opportune centinature e nervature di irrigidimento.
Rispettando la tradizione tecnologica di Breton, la testa birotativa con rotazione continua dell’asse “C” e con asse “A” che può lavorare in sottosquadra con rotazione fino a ±105°, permette di eseguire rapidamente anche lavorazioni complesse.
Il fatto che sulla Matrix presente in Italmodel si lavorino prevalentemente alluminio e resina non deve trarre in inganno in merito alle effettive capacità della macchina.
«Abbiamo realizzato diversi componenti in acciaio per altri settori e, con nostra soddisfazione, abbiamo constatato che le qualità della macchina rimangono le stesse anche con materiali più tenaci e le potenze in gioco crescono. – conferma Davide Guarneri – La precisione nella lavorazione e nelle finiture è assicurata, oltre che per le ristrette tolleranze costruttive, anche per la stabilizzazione termica e l’effetto del software di compensazione delle dilatazioni termiche e dinamiche dell’elettromandrino al variare delle differenti condizioni operative. All’interno dell’elettromandrino passano sia il liquido di refrigerazione utensile, sia l’aria per la pulizia del cono».



Oltre la macchina, il servizio   
Le responsabilità di una azienda come Breton non si esauriscono con la vendita di una macchina.

«Per noi è stato un investimento considerevole, all’inizio avevamo il timore di aver fatto il passo più lungo della gamba. – confida Davide Guarneri – In realtà abbiamo ben presto capito che l’assistenza di Breton, sia pre che post vendita, avrebbe risposto con competenza e tempestività a ogni nostra domanda. Per fare un esempio, non avevo mai visto all’opera un servizio di teleassistenza. Tempo fa la macchina non consentiva l’azionamento delle pompe del lubrorefrigerante: i tecnici Breton si sono connessi, hanno notato che il problema era legato a un micro del portellone che non faceva correttamente contatto e non dava il consenso al funzionamento. Abbiamo constatato che un po’ di sporcizia si era accumulata in un determinato punto: pulito quello, la macchina è subito ripartita. Dal riscontro del problema alla ripartenza della macchina sono passate meno di due ore! Quando hai un pezzo in consegna, sono dettagli che fanno la differenza tra finire in tempo o ritardare».
«In occasione della firma del contratto abbiamo poi avuto modo di visitare lo stabilimento di Castello di Godego, a Treviso. - ha concluso Davide Guarneri - Osservare come costruiscono e assemblano le macchine si è rivelato rassicurante perché ci ha permesso di osservare con quanta passione realizzano ciò che verrà poi installato nell’officina dei clienti. 
La stessa passione che stiamo mettendo noi nel suo utilizzo».
di Andrea Pagani - TM (Tecnologie Meccaniche)
Se siete interessati alla Matrix 800 cliccate qui per ricevere INFO e prezzo.
A presto
Bye-bye
Sergio Prior